La tutela del pianeta è responsabilità di tutti!

Intervista a Grazia Francescato

Aspen Institute Italia, partita per un anno negli USA nel '64

Questa è una delle 17 interviste a ex partecipanti ai programmi di Intercultura che attualmente si occupano di progetti "sostenibili" che rispondono agli obiettivi proposti dalle Nazioni Unite con l'Agenda 2030. Intercultura ha aderito all'Alleanza Italiano per lo sviluppo Sostenibile (ASVIS), l'iniziativa nata per far crescere nella società italiana la consapevolezza dell'importanza dell'Agenda globale per lo sviluppo sostenibile.


Obiettivo 13 - Lotta contro il cambiamento climatico. Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico


Intervista a Grazia Francescato, nata nel 1946 in un paesino del Lago Maggiore, Oleggio Castello, dove gli alberi sono più alti delle case e dove la civiltà contadina era, all’epoca, ancora viva e immersa nei ritmi della Natura. Paladina di madre terra: giornalista ambientalista, presidente del WWF Italia e membro del Board del WWF International (presieduto dal Principe Filippo di Edimburgo), due volte presidente dei Verdi italiani, parlamentare dei Verdi e portavoce femminile dei Verdi Europei, tra le fondatrici di Effe, la prima rivista femminista in Italia. Attualmente impegnata come membro di Aspen Institute, prestigioso think tank internazionale, e come garante di Europa Verde, il ramo italiano dei Verdi Europei. Lavora nell’ambito del dialogo tra le religioni in difesa del pianeta e per la conversione ecologica dell’economia e della società, soprattutto sull’onda dell’enciclica Laudato Sì di papa Francesco.




Abbiamo pensato a lei come nostra testimonial di questo obiettivo. Come si è avvicinata alle tematiche ambientali?
Mi occupo di ambiente da mezzo secolo, da quando nel 1972, giovanissima giornalista, ho preso parte alla prima Conferenza ONU su Ambiente e Sviluppo a Stoccolma, dove è nato il movimento ecologista mondiale. La consapevolezza che bisognava lottare per contrastare il degrado del pianeta, però, è arrivata proprio durante il mio programma in Usa come Afser: alla fine del mio anno trascorso a Doylestown, in Pennsylvania, partimmo per il Bus Trip che aveva come meta finale la Casa Bianca, a Washington. Durante una tappa sul Lago Erie, ospite di una famiglia locale, mi precipitai tutta felice in spiaggia per fare un bagno con i miei amici… Che orrore quando, arrivati sul bagnasciuga, scoprimmo una distesa di pesci morti e puzzolenti e le acque del lago color marrone! Era il mio primo impatto con un caso grave di inquinamento. Niente nuotata, quel giorno, ma la mesta acquisizione di una consapevolezza che non mi avrebbe più abbandonata per tutta la vita: bisognava muoversi subito, e in fretta, per evitare di trovarsi a vivere su un pianeta avvelenato! Poi in Italia ho avuto la fortuna di incontrare vari maestri come il giornalista Antonio Cederna, il merceologo Giorgio Nebbia e il Direttore della Stazione Zoologica di Napoli, Pietro Dohrn.

Come possiamo contrastare i cambiamenti climatici?
L’obiettivo prioritario è il perseguimento della sostenibilità a tutti i livelli, ambientale, sociale ed economica. La lotta contro il cambiamento climatico è ‘magna pars’ di questa battaglia epocale: bisogna far capire che non si tratta di un problema ambientale o scientifico, ma di una questione geopolitica prioritaria, con effetti devastanti su tutti gli aspetti delle nostre vite, perché, come ci insegna l’ecologia, tutto è interconnesso sul pianeta. Non basta delegare a governi o scienziati la soluzione del problema.

Quali sono le azioni che tutte e tutti noi dovremmo mettere in pratica quotidianamente?
La sostenibilità va perseguita in due modi: con l’attivismo a livello politico, facendo pressione sulle istituzioni locali, nazionali e internazionali affinché portino avanti gli impegni presi, quali il Paris Agreement varato nel 2015 dopo decenni di Conferenze globali sul clima, il Green Deal e la Climate Law recentemente approvati dall’Unione Europea. Impegni che vanno presi sia sul fronte della mitigazione, quindi riduzione delle emissioni, che su quello dell’adattamento, perché il cambiamento climatico non riguarda il futuro, ci è già addosso e dobbiamo imparare a ridurne gli impatti devastanti e a trovare una convivenza.

La seconda azione che tutti dobbiamo percorrere al più presto è quella del cambiamento dei nostri stili di vita che devono diventare ecofriendly: per esempio, diminuire il consumo di carne e scegliere cibi biologici e prodotti senza l’uso di pesticidi, preferire la mobilità sostenibile invece dell’auto privata, rendere energeticamente efficienti le nostre case, privilegiare le energie rinnovabili rispetto ai combustibili fossili (carbone, petrolio, gas). Insomma, la conversione ecologica cammina sulle gambe di ciascuna e ciascuno di noi!

Nel 1964 è stata negli Stati Uniti: quanto è stata rilevante l’esperienza con Intercultura per la sua vita professionale?
È stata cruciale per la mia vita personale e professionale. L’AFS mi ha reso cittadina del mondo, mi ha abituato a sentirmi a casa ovunque sul pianeta e quindi a prendermi la responsabilità per le sorti dell’umanità e di Madre terra. Mi ha dato una visione olistica che fa parte del mio DNA.

Gli Stati Uniti hanno appena eletto un nuovo presidente che, a differenza di Trump, non nega i cambiamenti climatici: quali azioni auspica che Biden metta subito in atto?
Il ritorno degli Usa negli Accordi di Parigi. Trump, annunciandolo con un tweet, si era ritirato dall’Agreement, processo completato proprio il 4 novembre di quest’anno. Biden ha già promesso che sancirà la rinnovata partecipazione degli Usa il giorno dopo il suo insediamento e si impegnerà a prendere parte alla Conferenza di Glasgow sul Clima (COP26) con un ruolo trainante. Un ritorno molto importante non solo sul fronte del clima, ma anche per un rilancio del multilateralismo che ha sofferto molto sotto il mandato di Trump, il cui slogan era America First.


Quale messaggio vuole lasciare alle ragazze e ai ragazzi che stanno partecipando al concorso di Intercultura?
Vivete in un’epoca inquietante, ma anche molto stimolante. Intercultura vi ha resi cittadini del mondo, dunque le sorti del pianeta devono avere priorità per tutti voi. Ascoltate il messaggio di Greta Thunberg, dei Fridays for Future e dei milioni di giovani impegnati in tutto il mondo per la difesa dell’ambiente e della ‘casa comune’. Nel 2021 avrete occasioni concrete per dire la vostra: per esempio il grande appuntamento dei giovani a Milano, YOUTH 4CLIMATE prima della COP26 prevista a novembre a Glasgow, affinché le ragazze e i ragazzi possano dire la loro ai negoziati. Perciò, FATEVI SENTIRE!

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